"Nelly è un’insegnante di belle speranze e poche pretese, Gabrielle è una borghese piena di soldi e senza compagno e Chantal fa la promoter in un supermercato, ama i cani e odia il marito. Le tre cinquantenni hanno in comune Philippe, un vecchio amore in procinto di sposarsi con una sconosciuta; un uomo che, per eccessivo narcisismo e stucchevole galanteria, ha deciso di invitare tutte e tre al suo pomposo matrimonio. Superate le prime titubanze, Nelly, Gabrielle e Chantal decidono di partecipare alla cerimonia. Salgono a bordo di una vecchia DS e inaugurano un viaggio catartico che, lungo le strade della Borgogna e ad ogni sobbalzo di motore, metterà in discussione le loro insoddisfacenti esistenze.
Ridley Scott aveva saputo sfruttare il codice narrativo del viaggio on the road, tradizionalmente al servizio esclusivo di uomini alla ricerca di se stessi, per raccontare gioie e dolori del femminismo americano. Quella commistione di leggerezza e tragedia che aveva fatto di Thelma & Louise un energico manifesto ‘rosa’ del tutto insolito e originale rimane, in questa allegra commedia firmata dal giovane Pétré, solo un riferimento lontano, forzatamente richiamato nel titolo del film.
Le tre attrici protagoniste mostrano con disinvoltura un corpo non più giovane e si mettono in gioco con tutte loro stesse. Carismatiche per natura, sono le loro movenze a dare ritmo a un film di primo impatto gradevole ma poco a poco soporifero e senza un vero e proprio slancio narrativo. Distante dal travolgente percorso esistenziale di Thelma/Davis e Louise/Sarandon, il film, tra una gag e l’altra, dimostra di essere troppo leggero, aderendo alle punte più stucchevoli di una pochade d’altri tempi. Contrattempi (la ruota bucata, il conto salato allo chateau) e agnizioni (ognuna di loro nasconde la verità dei sentimenti) formano una ridda frenetica di avventure più o meno piccanti che riportano indietro l’età delle tre protagoniste. Quasi cinquantenni sulla carta, con storie d’amore insoddisfacenti e famiglie spezzate di cui occuparsi, cercano l’occasione di riscatto. Quando si aprono all’inedito, confessando debolezze e desideri a ragazzi di passaggio o allo specchio di un bagno privato, l’andamento narrativo smette di correre, si blocca e comincia a collezionare sketch comici e doppi sensi che riescono a strappare solamente un sorriso amaro. Più le tre si avvicinano al matrimonio, l’evento risolutivo che dovrebbe mettere tutti i cocci a posto, più si assommano i prevedibili equivoci di un colpo di scena mancato. C’è quantità – di battute e freddure – ma poca qualità. Pétré, sopraggiunto quasi alla fine, perde ironia e dissacrazione, e lascia le tre attrici, tanto amate dal pubblico francese - che le ricorda nei ruoli memorabili del passato - abbandonate a se stesse, a cercare di ristabilire l’equilibrio piacevole delle prime sequenze. Jane Birkin, sotto uno sciatto completo sportivo, ce la mette tutta, sculetta e balla come un’adolescente ma il suo fascino innato è una luce che brilla da sola."
Voglio vederlo!!!