Trovo che alcuni concetti siano fondamentalmente errati:
1. considerare storiche solo le auto che hanno portato qualche innovazione tecnologica rilevante.
Bene,così restringiamo il campo a una decina di modelli al massimo, che sarebbero di conseguenza superquotati, e il resto diventa fuffa
.
2. paragonare la storicità di un veicolo ad un'opera d'arte
Semplicemente non si può,perchè non stiamo parlando di concorsi di bellezza o di valutazioni ad un'asta di Sotheby's.
Una vettura storica ha il solo e semplice scopo di ricordare l'epoca nella quale è stata progettata,costruita e utilizzata.Le Trabant,orrende e tecnologicamente pessime, sono senza ombra di dubbio della auto storiche,negatemi questo se potete
.
3. l'auto d'epoca va utilizzata poco
Qui devo ancora una volta ripetermi citando (lo feci anche sul forum "di là") questo mirabile brano della legge Salvi-Magnalbò anche se mi dilungherò un pochetto:
Devo correggervi senza tema di smentita anche sul fasullo e per fortuna superato concetto (leggersi il testo della Salvi-Magnalbò a questo proposito,anzi più avanti ve ne cito un pezzettino) che l'auto d'epoca paghi poco di bollo e di assicurazione perchè deve circolare poco.Cazzate.
Infatti le assicurazoni storiche hanno quasi in toto eliminato le frustranti clausule di chilometraggi limitati...chissà come mai.
L'auto storica è agevolata perchè (e cito dalla summenzionata legge) :
"Il patrimonio motoristico rappresenta un bene storico, culturale e tecnologico da tutelare al fine di tramandare le conoscenze dell'ingegno che hanno portato allo sviluppo di uno dei nuclei fondamentali della moderna civiltà industriale italiana.
Il movimento per la conservazione del patrimonio motoristico storico è presente, oltre che nei Paesi dell'Unione europea, in tutti i Paesi industrializzati e rappresenta un valido esempio di salvaguardia delle testimonianze del progresso tecnico e produttivo nel campo dei trasporti, sia individuali che collettivi.
I veicoli di interesse storico possono essere considerati alla stregua di un repertorio museale visibile alla collettività e meritevole di tutela, secondo quanto sancito dall'articolo 9 della Costituzione.La legge 30 marzo 1988, n. 88 è una testimonianza concreta di questa tutela. Essa disciplina l'uscita dal territorio della Repubblica dei beni che presentano un interesse storico, artistico e archeologico, etnografico, bibliografico, documentale e archivistico, prevedendone il divieto quando tale uscita costituisce un danno per il patrimonio storico e culturale nazionale. Non a caso questo divieto viene esteso ai mezzi di trasporto che hanno più di 75 anni.
I collezionisti che sostengono i costi di acquisto, conservazione e circolazione di tali veicoli devono essere considerati, a buon diritto, i promotori e i depositari di tale patrimonio e perciò meritevoli di agevolazioni di carattere fiscale e normativo. "Interessantissima la parte in
blu,sulla quale vi invito a riflettere parecchio.A me piace assai rendere "visibile alla collettività" il mio "repertorio museale",sulle strade di tutti i giorni e non solo nei soliti,sia detto bonariamente,"ghetti radunistici".
Non c'è testimonianza migliore di quella che viene portata fra la gente in contesti quotidiani.
Le due righette in
verde,invece,dimostrano con una limpidezza elementare perchè mi sono anche un pelino girate le palle nell'essere stato paragonato al furbacchione di turno che va in giro con l'auto d'epoca per pagare poco di bollo e di assicurazione. Chi approffitta c'è sempre,in ogni campo e per ogni legge e chi vuole punire indiscriminatamente si serve sempre di questi pessimi esempi per arrivare anche ai giusti.
In conclusione,ancora una volta Gianluca non ha perso l'occasione di ribadire la sua visone elitaria, chiusa,ammuffita, dell'auto storica, traendo forza da un editoriale decisamente approssimativo e qualunquista.
Io tutti questi catorci ventennali guidati da profittatori, in giro proprio non li vedo,ma mi dicono che il fenomeno è notevolmente più marcato nel sud. Beh...però al sud c'è anche più povertà,ci sono eventi mafiosi,c'è più disoccupazione,ci sono gli incendi dolosi e non mi risulta che lo stato (minuscolo) si adoperi più di tanto per far cessare questi fenomeni negativi.
Per fortuna che nel campo delle auto d'epoca ci sono i paladini della giustizia che sguainano gli spadoni autolesionistici della purezza e dell'intransigenza oligarchica...