Cari amici, temo che qui si stia friggendo una quantità d'aria come non si vedeva da tempo. Purtroppo gli interessi corporativi di una serie di personaggi di rilievo del mondo politico ed economico di questo paese (che sia detto sin d'ora appartengono all'intero arco parlamentare) fanno si che la prossima legge quadro che regolamenterà il settore delle vetture storiche cambierà molte cose rispetto all'attuale "deregulation".
Ci sono diversi disegni di legge attualmente all'esame del Senato, tutti fanno richiamo alla necessità di verificare che le auto storiche lo siano veramente: originalità, conservazione, coerenza del restauro secondo i criteri stabiliti dalla FIVA. Il disegno di legge n° 1365 del 5 marzo propone dei cambiamenti al Codice della Strada, il passaggio più significativo è questo:
5. Sono veicoli di interesse storico o collezionistico quelli costruiti da oltre 25 anni e come tali certificati dall’Automotoclub storico italiano (ASI) e dai registri storici dell’Alfa Romeo, della Fiat e della Lancia, in quanto delegati dalle rispettive case costruttrici, nonchè, per i soli motoveicoli, dalla Federazione motociclistica italiana (FMI). La certificazione di cui al primo periodo, volta ad accertare l’autenticità e l’originalità del veicolo, viene effettuata in base al regolamento emanato dall’ASI, depositato presso il Ministero dei trasporti. I veicoli di cui al presente comma possono circolare sulle pubbliche strade purchè posseggano i requisiti previsti per questo tipo di veicoli, determinati dal regolamento.Il ddl 1365 è stato portato in parlamento da una serie di senatori che hanno "accolto" le istanze dell'ASI che pressava (com'è logico) perché la Magnalbò-Salvi-Berselli non passasse e che il monopolio ASI restasse immutato.
Le novità sostanziali sono che tutti i autoveicoli con più di venticinque anni iscritti negli albi ASI, Fiat, Alfa e Lancia diventano "storici" e come tali acquisiscono l'omologazione euro4 ed i vantaggi che ne derivano, non hanno limitazioni alla circolazione (ovvero hanno le stesse di un veicolo euro4), tanto che lo stesso disegno di legge alla voce "limitazioni" cita:
1. Con riferimento alle limitazioni della circolazione disposte per motivi di compatibilità ambientale, i veicoli di interesse storico o collezionistico sono equiparati ai veicoli omologati ai sensi della normativa comunitaria «Euro-4».La normativa si occupa anche della fiscalità, dicendo che
1. Le disposizioni dell’articolo 63 della legge 21 novembre 2000, n. 342, in materia di esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche, salvo che nel caso di utilizzazione sulla pubblica strada, e di determinazione forfettaria dell’imposta provinciale di trascrizione si applicano a tutti i veicoli di cui alle lettere n-bis) ed n-ter) del comma 1 dell’articolo 47 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, come tali certificati dall’ASI-Automotoclub storico italiano o, per i solo motoveicoli, dalla Federazione motociclistica italiana.
2. La proprietà di un veicolo di cui al comma 1 non costituisce elemento indicativo di capacità contributiva ai sensi dell’articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni.Togliendo via il "bollo" e la spada di Damocle del redditometro al bravo Socio ASI/Alfa/Fiat/Lancia in regola con la quota associativa.
Tutte le altre auto sono nuove o vecchie. Chi ha una CX con meno di 25 anni (ad esempio) si trova equiparato al possessore della Dunatuttagibolli del caso.
L'IDéeSse Club (forse tutti non sanno che) è il club che ha fondato il RIASC e che l'ha gestito anche per conto di Citroën Italia sino al 30 giugno dello scorso anno, forse non tutti sanno che nel 2001 si svolse un "incontro al vertice" informale in Piazza della Signoria a Firenze tra il Presidente Cerreti, il caro amico Loi e l'allora suo braccio destro Tabucchi, incontro cui erano presenti il sottoscritto e l'attuale Segretario del Club, sul tema Citroën storiche e ASI. Loi e Tabucchi ci suggerirono varie strade per federare/associare il RIASC all'ASI e per far si che il Registro divenisse l'ente certificatore ufficiale delle vetture storiche del double Chevron in Italia. Noi cortesemente rifiutammo l'offerta, sia perché in fondo i metodi dell'ASI non ci hanno mai convinto, sia per le conseguenze che una scelta diversa avrebbe avuto nei confronti del Club e dei suoi Soci.
(due fotine dell'incontro):
Ovviamente il Registro (e qui parlo come relazioni esterne del RIASC) non sta con le mani in mano ad aspettare che la "tegola" ci cada in testa: tramite il suo Presidente il RIASC ha inoltrato ai Senatori firmatari del ddl una richiesta di riconoscimento: i nostri amici si sono lasciati sfuggire nell'articolo cardine del ddl una frase che sembra messa li per noi, unica struttura in Italia a rappresentare ufficialmente il Costruttore di riferimento, il testo depositato in senato recita infatti:
registri storici dell’Alfa Romeo, della Fiat e della Lancia, in quanto delegati dalle rispettive case costruttrici.
Chi più delegato di noi?
Per altro sulla paternità del testo del disegno di legge ci sono pochi dubbi: nella premessa si legge chiarissimo
Come vigorosamente sollecitato dagli enti associativi sopra indicati [leggi ASI, FMI, Registro Fiat, Alfa e Lancia]
, riteniamo però che il motorismo storico italiano meriti un ulteriore e più strutturale supporto legislativo, oltre a quanto già laboriosamente – anche se talvolta disorganicamente – ottenuto nel corso degli anni.
Più chiaro di così...
Ogni sviluppo della faccenda sarà segnalato sui forum RIASC, IDéeSse e 2Cv.